mercoledì 20 giugno 2012

battaglia tra esercito turco e militanti kurdi del PKK

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La guerriglia del Pkk attacca le postazioni dell'esercito al confine con l'Iraq e gli infligge dure perdite. Il governo di Erdogan parla di possibili aperture ma intanto migliaia di intellettuali, studenti, sindaci e deputati curdi riempiono le carceri del paese. Tra questi anche un avvocato di Ocalan, colpevole di aver usato il termine 'epistemologico' con il suo assistito.
Sanguinoso attacco della guerriglia curda contro alcune postazioni dell'esercito turco. In una breve ma violenta battaglia attorno all'avamposto turco di Yesiltas, nella provincia di Hakkari, sono morti questa mattina 8 militari di Ankara e 10 ribelli curdi del Pkk, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, e almeno altri 16 soldati sono stati feriti. Si è trattato degli scontri più sanguinosi degli ultimi mesi. Secondo le autorità turche i guerriglieri del Pkk sono giunti prima dell'alba dalle loro basi nelle montagne del nord dell'Iraq e hanno attaccato tre postazioni di un avamposto dell'esercito a Yesiltas. L'assalto, con lanciagranate e armi automatiche, é stato micidiale. Otto soldati sono stati uccisi, 16 feriti. ''Erano superiori in numero e armamento'' ha spiegato il vicepremier turco Bulent Arinc ai media turchi. Il contrattacco, scattato poco dopo, con truppe a terra e elicotteri d'assalto, secondo l'ufficio del governatore di Hakkari é costato la vita a 10 combattenti del Pkk che stavano ripiegando verso l'Iraq. Ieri un soldato turco, vicino al confine siriano, era stato ucciso in un altro attacco della guerriglia.
Intanto si scopre che il premier islamico nazionalista Recep Tayyip Erdogan e il capo dell'opposizione socialdemocratica Kemal KÕlÕ‡daroğlu 10 giorni fa si sono incontrati per studiare una strategia comune contro la guerriglia curda. Due giorni dopo Erdogan ha annunciato che dall'anno prossimo nelle scuole turche sarà possibile scegliere il curdo quale seconda lingua per un totale di sei ore la settimana. Un gesto definito ''storico'' dal premier. Nei giorni scorsi inoltre il premier Erdogan si è detto disponibile ad incontrare l'ex deputata curda Leyla Zana, più volte incarcerata, mentre il vicepremier Arinc non ha escluso un possibile trasferimento del capo del Pkk Abdullah Ocalan - che sconta l'ergastolo nell'isola carcere di Imrali - agli arresti domiciliari se ci sarà un processo di rinuncia alla violenza da parte del movimento armato. Ma il problema non è solo la carcerazione dello storico leader del Pkk. Le carceri turche sono piene di migliaia di combattenti della guerriglia, ma anche di migliaia di militanti politici incarcerati per le loro idee. Oltre a un centinaio di studenti e a numerosi giornalisti e intellettuali.
Che le possibili aperture alle richieste curde di autodeterminazione possano rappresentare un escamotage da parte del regime turco evidentemente in difficoltà di fronte alla recrudescenza della mobilitazione della guerriglia curda è più che un sospetto. Anche perchè proprio sulla vicenda Ocalan arriva una notizia che ha dell'incredibile. Uno degli avvocati del leader dell'indipendentismo curdo rischia infatti una condanna a 22 anni di carcere, fra l'altro per avere usato la parola ''epistemologico'' in una conversazione con il suo assistito. Secondo il quotidiano Taraf, l'avvocato Firat Aydinkaya è stato arrestato l'anno scorso e ha trascorso sei mesi in carcere per presunto ''terrorismo'' senza che gli fosse comunicato di che cosa fosse esattamente accusato. L'atto d'accusa che gli é stato da poco consegnato - a un anno dal suo arresto (!) - indica fra le principali ''prove'' a suo carico il fatto che in una conversazione con Ocalan intercettata nell'isola carcere nella quale il leader del Pkk sconta una condanna all'ergastolo ha parlato di ''cambiamenti epistemologici nella linea della difesa''. Secondo la procura speciale che indaga sul caso si sarebbe trattato di un tentativo per comunicare istruzioni ai miliziani del Pkk. Fra le prove a suo carico, precisa il giornale, ci sono anche suoi appunti sulla tesi di laurea di suo moglie, studiosa d'arte, e diversi libri di poesie trovati al suo domicilio. Centinaia di persone accusate di ''terrorismo'' per presunti collegamenti con il Pkk o con altre organizzazioni curde sono in carcere in Turchia, fra cui oltre 30 sindaci, decine di giornalisti e deputati del partito curdo Bdp. E moltissimi di loro sulla base di 'prove' analoghe a quelle che hanno portato all'arresto dell'avvocato.

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