sabato 21 luglio 2012

IL PRESIDENTE EGIZIANO INCONTRA IL PRESIDENTE DELLA AUTORITA PALESTINESE

 incontro tra Abbas e Morsi

Il presidente dell'Autorità palestinese incontra il neopresidente egiziano. Per discutere di Riconciliazione e del futuro rapporto con l'Egitto, che Fatah non vuol sapere preferenziale con Hamas.


adminSito
giovedì 19 luglio 2012 16:03




IKA DANO

Roma, 19 luglio 2012, Nena News - Dopo l'incontro del Segretario di Stato americano Hillary Clinton con il neopresidente egiziano Mohammed Morsi, è la volta di Mahmoud Abbas al Cairo. Durante i due giorni di visita, il presidente dell'Autorità nazionale palestinese incontra il il suo omologo dopo l'appuntamento con il generale maggiore Mourad Mowafy, capo dei servizi segreti egiziani. Intanto, il leader di Hamas Khaled Meshaal, anche lui nella capitale egiziana, non è ancora stato ricevuto dal neopresidente islamista.

"Le porte per un processo politico con Israele sono chiuse" avrebbe dichiarato Mahmoud Abbas a Morsi durante l'incontro di ieri secondo l'agenzia stampa MENA "e non ci sono state trattative bilaterali". Lo scorso lunedi a Gerusalemme, Abbas aveva ripetuto alla Clinton che un ritorno ai negoziati diretti presupporrebbe il riconoscimento della frontiera del 1967 da parte di Israele, il rilascio di prigionieri politici pre-Oslo e lo stop della costruzione di colonie illegali in Cisgiordania e Gerusalemme Est.

Da parte sua, Morsi avrebbe assicurato una posizione più ferma del suo predecessore Mubarak verso lo Stato di Israele, ma allo stesso tempo garantito il rispetto del trattato di pace del 1979. Proprio come lo aveva esortato il Segretario di Stato Hillary Clinton lo scorso fine settimana al Cairo. Enfasi sulla pace stipulata dall'allora presidente Saadat e sulla cooperazione anti-terrorismo con gli USA, pronti a supportare lo Stato egiziano a riconquistare il controllo della penisola del Sinai, strategicamente importante per Tel Aviv: questi i punti centrali dell'incontro tra Clinton e Morsi riportati dal quotidiano statunitense Huffington Post. Durante la sua campagna elettorale, il nuovo capo di governo egiziano aveva messo l'accento sul diritto alla resistenza dei Palestinesi e sulla volontà di supportare il popolo palestinese sino al raggiungimento dei propri diritti. Ancora venerdì scorso, durante la conferenza stampa con la sua controparte tunisina Moncef Marzouki, il neopresidente islamista - riportato dall'agenzia Agence France Press - aveva parlato di "supporto arabo alla questione palestinese e alla Riconciliazione (tra Fatah e Hamas, ndr). Puntualizzando però di essere "equidistante da tutte le fazioni politiche palestinesi".

Se non equidistante, Morsi si sta dimostrando cauto e piuttosto attento agli interessi statunitensi, che all'Egitto fornisce annualmente 1.3 miliardi di dollari in aiuti militari. Un incontro con il capo di Hamas, anche lui al Cairo per un incontro con il capo dell'intelligence Murad Muwafi, per ora non è previsto.

Non sembra un caso: all'euforia di Gaza per l'elezione di un Fratello musulmano nel Paese chiave dell'equilibrio regionale arabo, Morsi sta rispondendo con toni moderati. Ufficiali del movimento Hamas citati dall'agenzia Associated Press si aspettano che il valico di Rafah - unico sbocco della Striscia sotto embargo - si trasformi grazie all'Egitto in "una vibrante rotta commerciale" con tanto di "zona di libero scambio" con il Paese vicino. Secondo un esponente del movimento islamista , rimasto anonimo perchè si sarebbe espresso a titolo personale intervistato ad Associated Press, "Gaza avrebbe ora la possibilità di diventare semi-indipendente grazie ai futuri stretti rapporti con l'Egitto, che permetterebbero di tagliare l'ultimo legame con Israele".

Cosa che non fa paura solo all'alleanza indiscussa di Washington e Tel Aviv, ma anche a Fatah. "Un incontro bilaterale sulle frontiere tra l'Egitto ed Hamas vanificherebbe gli sforzi per uno Stato palestinese unico che comprenda la Cisgiordania e la Striscia di Gaza" - spiega l'economista palestinese Samir Hulileh all'agenzia Gulf News -"Non credo che loro (gli Egiziani) siano pronti per un passo simile". Lo stesso portale riporta al proposito un portavoce di Mahmoud Abbas, Mohammad Ishtayeh: "Sarebbe un passo pericoloso. Significherebbe la fine della soluzione dei due Stati".

E a riprova della cautela dell'Egitto verso il movimento verde figlio della stessa Fratellanza, non solo le politiche di frontiera al valico di Rafah non sono cambiate sostanzialmente. Ma nonostante la dichiarata intenzione di impegnarsi nella mediazione per la Riconciliazione tra Fatah e Hamas, per ora appuntamenti certi non ci sono. Nena News


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