domenica 17 febbraio 2013


MESSAGGIO DI SAMER AL-ISSAWI

"Mi rivolgo con ammirazione al nostro eroico popolo palestinese, alla nostra leadership, a tutte le forze, partiti e istituzioni nazionali. E li ringrazio per il loro supporto alla nostra lotta per la difesa del nostro diritto alla libertà e alla dignità.
La mia forza nasce dal mio popolo, da tutte le persone nel mondo, dagli amici e le famiglie degli altri prigionieri che giorno e notte stanno continuando a protestare per la nostra libertà e la fine dell'occupazione.
La mia salute si è drammaticamente deteriorata e sono ormai tra la vita e la morte. Il mio debole corpo sta collassando, ma è ancora in grado di essere paziente e continuare a resistere.
Il mio messaggio è che io continuerò fino alla fine, fino all'ultima goccia d'acqua nel mio corpo, fino al martirio.
Il martirio è un onore per me in questa battaglia.
Il mio martirio è l'unica arma che mi rimane in questa battaglia con i tiranni e i carcerieri, con la politica razzista dell'occupazione che umilia il nostro popolo e ci schiaccia con ogni mezzo di oppressione e repressione.
Dico al mio popolo: io sono più forte dell'esercito di occupazione e delle sue leggi razziste.
Io, Samer Al-Issawi, figlio di Gerusalemme, dichiaro che la mia ultima volontà, se dovessi morire, è che voi tutti possiate piangere la mia anima come un grido per tutti i prigionieri, donne e uomini, per la libertà, l'emancipazione e la salvezza dall'incubo delle prigioni e della loro oscurità.
La mia non è solo una battaglia per la libertà individuale.
La mia battaglia e quella del mio eroico compagno Tariq, Ayman and Ja’affarè la battaglia di tutti, è la battaglia del popolo palestinese contro l'occupazione e le sue carceri. Il nostro obiettivo è di essere liberi nel nostro libero e benedetto stato di Gerusalemme.
I deboli ed estenuati battiti del mio cuore prendono la loro forza da voi, il mio popolo.
I miei occhi, che cominciano ad oscurarsi, trovano luce nella vostra solidarietà e nel vostro supporto.
La mia flebile voce ritrova suono nelle vostre voci, che sono più forti delle catene e si levano più in alto di qualunque muro.
Sono uno dei vostri figli, sono uno delle migliaia dei vostri figli ancora prigionieri, a morire in queste carceri, nell'attesa che si metta finalmente fine a questo supplizio, a questo dolore e a quello delle vostre famiglie.
I dottori mi hanno detto che sono a rischio di infarto, a causa dell'irregolarità grave del mio battito, della carenza di zuccheri e della bassissima pressione sanguigna. Il mio corpo è gelido e non riesco a dormire per il dolore incessante.
Ma nonostante la fatica enorme e le emicranie croniche, mentre provo a spostarmi sulla mia sedia a rotelle, tento di resistere e di continuare lungo questa strada fino alla fine.
Non si torna indietro.
C'è solo la vittoria, perchè io sono nel giusto e la mia detenzione è illegale.
Non abbiate paura che il mio cuore possa fermarsi, non abbiate paura che le mie mani possano paralizzarsi.
Oggi sono ancora vivo e lo sarò domani e dopo la mia morte, perchè Gerusalemme scorre nel mio sangue, nella mia devozione e nella mia fede."

Samer Al-Issawi 16 Febbraio 2013

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